Caterina la Magnifica by Lia Celi & Andrea Santangelo

Caterina la Magnifica by Lia Celi & Andrea Santangelo

autore:Lia Celi & Andrea Santangelo [Celi, Lia - Santangelo, Andrea]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Biografia
ISBN: 9788851133207
editore: UTET
pubblicato: 2016-09-01T16:00:00+00:00


6.

Il nuovo di Colombo

Pronti per un nuovo macaron? Attenzione: stiamo per propinarvi un dolce talmente innovativo e originale che potrebbe averlo creato solo l’inventore della cucina molecolare, il grande Ferran Adrià.136 Ha ragione il filosofo russo Nikolaj Berdjaev quando afferma che «la modernità, che sta giungendo alla propria fine, venne concepita all’epoca del Rinascimento. Noi oggi stiamo assistendo alla fine del Rinascimento». Già perché il XVI secolo è il momento di maggiore trasformazione e di geniale rivolgimento che il mondo ricordi, forse anche più traumatico e spettacolare che nel Novecento. A una intensa e serrata osservazione della natura e del mondo che ci circonda corrispondono nuovi orizzonti culturali da esplorare e annotare. Le piante, gli animali, il cielo, il corpo umano sono oggetto di approfondite osservazioni in una riscoperta della curiosità intellettuale che non si vedeva da secoli.137 E la ricerca empirica portata avanti ogni giorno nelle botteghe degli artisti, degli artigiani e degli ingegneri contribuisce ad allontanare la società tardo rinascimentale dal sapere tradizionale medievale.

“Nuovo” è la parola d’ordine: bisogna rompere con un passato troppo ancorato a pregiudiziali e veti religiosi.138 Gli uomini rinascimentali sono molto più moderni di noi sotto tanti aspetti, ma in particolare per la filosofia di vita che li contraddistingue, fatta di ricerca costante del nuovo e del bello. Nel Medioevo la bellezza percepibile dai sensi era vista come qualcosa di pericoloso, che poteva indurre in tentazione (sì, soprattutto in “quella” tentazione) e che quindi andava schivata più che ricercata. Nel Rinascimento, invece, si recupera quel concetto di bello come armonia delle forme e riflesso della perfezione divina che era stato un Leitmotiv del mondo classico, insistendo sulla scienza e sulla matematica come mezzi per giungere alla bellezza universale. La filosofia che andava per la maggiore nella Firenze dei Medici era il neoplatonismo riscoperto e predicato da Marsilio Ficino,139 che sulla scorta di Platone e Plotino sosteneva appunto che il bello è buono, così come il buono è bello, e che è l’amore, in quanto desiderio di bellezza-bontà, a guidare l’uomo verso Dio.140

Sarebbe il caso di astenerci da paragoni con il pensiero delle élite contemporanee, se non vogliamo deprimerci subito, ma anche sotto questo profilo l’uomo del Rinascimento stravince su quello del XXI secolo. Inseguiamo ancora la bellezza? E la bontà? Tutti presi come siamo dalla brama di possedere l’ultimo modello di smartphone e di comparire in decerebranti programmi televisivi, abbiamo confuso gli ideali del buono e del bello con quelli della bonazza e del bellone. Ma il silicone e il botox non possono sostituire i libri e le dotte conversazioni tra amici (se no sai quanti Nobel nel cast dei cinepanettoni), così come la tecno-carità del “dona un euro via sms” non fa automaticamente di noi delle persone virtuose.

Il felice connubio rinascimentale tra scienziati, artisti, artigiani e filosofi141 condusse la società di allora a incanalarsi lungo i binari della conoscenza e dell’osservazione matematica del mondo e della natura. Non vanno sottovalutati anche gli apporti di discipline poco scientifiche come l’astrologia (che allora è però



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